Il cyberbullismo è una forma di attacco continuo e ripetuto messo in atto da una persona o da un gruppo contro una vittima attraverso le tecnologie digitali.
Questo tipo di violenza può essere particolarmente difficile da individuare per i genitori in quanto avviene tramite cellulare, computer o tablet, spesso attraverso i social media.
Il cyberbullismo può esprimersi attraverso un sms carico d’odio, un post contenente immagini o video imbarazzanti, talvolta persino mediante la creazione di profili falsi della vittima. Le vittime sono spesso vittime di bullismo anche di persona.
Contrariamente ai casi di bullismo a scuola, il cyberbullismo può essere attivo 24 ore su 24, anche quando il bambino è tra le mura domestiche. Messaggi e immagini possono essere pubblicati in modo anonimo e diffusi in poco tempo e, grazie alla protezione della rete, può essere difficile o addirittura impossibile trovare i responsabili.Le conseguenze dell’essere vittime di cyberbullismo sono di vasta portata. Le giovani vittime hanno maggiori probabilità di usare alcol e droghe, di saltare la scuola, di perdere l’autostima e di sviluppare problemi di salute.
Come accorgersi se il proprio figlio è vittima di cyberbullismo?
Dalle ricerche emerge che 1 vittima su 6 non avvisa nessuno di quanto sta accadendo (15%) e questa percentuale sale a quasi 1 ragazzo su 5 (19%) tra i 14 e i 15 anni. Le vittime di cyberbullismo quindi molto spesso non si confidano, sia per paura e vergogna sia perché hanno poca fiducia nella possibilità di essere aiutati (Telefono Azzurro, 2015).
In questi casi, lo strumento più importante per rilevare il problema è la comunicazione.
Purtroppo, è facile che proprio a causa del tipo di prevaricazione che stanno subendo, dello stato emotivo e confusionale in cui versano e del senso di impotenza, le vittime di cyberbullismo si isolino con l’idea di doverne uscire da sole.
Cosa è importante osservare nei nostri figli?
• Chiedono improvvisamente di voler cambiare classe o istituto?
• Appaiono ritirati e restii a frequentare eventi che coinvolgono altre persone?
• Cambiano repentinamente atteggiamento nei confronti degli amici?
• Evitano o abusano delle tecnologie per comunicare con gli altri?
• Appaiono stressati quando ricevono un messaggio o una notifica?
• Fanno fatica ad addormentarsi, sono giù di corda, mostrano scarsa autostima?
Per quanto tali situazioni prese da sole non siano necessariamente da collegare a fenomeni di cyberbullismo, se si dovessero presentare, vale la pena provare ad approfondire con i propri figli.
Cosa possono fare i genitori?
Il consiglio è di essere proattivi: parliamo con i bambini del cyberbullismo, incluso il motivo per cui non dovrebbero mai fare i prepotenti con gli altri e incoraggiamoli a parlarci di qualsiasi incidente subito.
• Insegniamo ai bambini a non condividere nulla online che possa ferire gli altri.
• Incoraggiamoli a parlare con gli adulti di messaggio/immagini online che li fanno sentire minacciati o feriti.
• Incoraggiamoli a parlare di episodi di cyberbullismo a danni di altri.
• Infine, controlliamo anche le loro attività sui social media in modo tale da accorgerci tempestivamente se diventano vittime di messaggi indesiderati o se ci sono segnali di comportamenti di bullismo nei confronti di altri bambini.
Se i nostri figli sono cyberbullizzati, stampiamo e salviamo schermate, e-mail e testi come prova.
Insegniamo ai nostri figli a non reagire al bullo ma a bloccarlo/cancellarlo dalla lista di amici.
Come previsto dalla Legge 71/2017, “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, segnaliamo il cyber-bullismo al gestore del sito internet o del social media per l’oscuramento, la rimozione o il blocco dei contenuti diffusi nella rete.
Segnaliamo anche ai referenti della scuola che possono aiutare nella prevenzione del fenomeno.
Contattiamo la Polizia Postale.