Uno studio ha rilevato che le donne incinte che hanno sofferto di depressione o disturbo bipolare riconoscono in maniera diversa, rispetto ai soggetti sani, i volti dei loro bambini quando ridono o piangono.
I ricercatori del Psychiatric Centre Copenhagen sottolineano come queste differenze potrebbero compromettere la capacità di queste donne di riconoscere, interpretare e rispondere appropriatamente ai segnali emotivi dei loro futuri bambini.
I ricercatori hanno confrontato 22 donne incinte, attualmente in buona salute, ma con una storia di depressione e 7 con disturbo bipolare, comparandole a 28 donne in buona salute.
Hanno inoltre inserito 18 donne non gravide come gruppo di controllo.
Questo lavoro ha evidenziato come le donne in gravidanza con disturbo bipolare avevano difficoltà a riconoscere tutte le espressioni facciali e in particolare mostravano un “bias di elaborazione del volto positivo”, in cui vi era un migliore riconoscimento di volti adulti felici e valutazioni più positive di volti infantili felici.
Al contrario, le donne in gravidanza con precedente depressione mostravano un bias negativo nel riconoscimento delle espressioni facciali adulte e una valutazione più negativa del pianto del bambino.
I ricercatori sottolineano che questo studio si aggiunge alla crescente letteratura scientifica che mostra pregiudizi emotivi nelle persone con disturbi dell’umore, anche quando sono in remissione, e per la prima volta mostra le difficoltà delle madri nell’identificare le emozioni nei propri neonati.
I risultati
I risultati non implicano affatto che le donne con tali condizioni non siano in grado di crescere correttamente un bambino e non provano alcun rischio per i loro figli poiché mancano studi longitudinali.
La ricercatrice principale, Anne Bjertrup (Rigshospitalet, Copenaghen) ribadisce inoltre che questo è uno studio pilota e che quindi è necessario replicare i risultati in un campione più ampio.
Vale la pena sottolineare che questo lavoro non dice che le donne colpite sono “cattive madri”.
Significa semplicemente che, a causa della loro storia, possono avere difficoltà a interpretare e rispondere in modo appropriato ai bisogni emotivi dei loro bambini e che gli psicologi e i medici devono essere più consapevoli di queste possibili difficoltà identificando trattamenti psicologici e farmacologici ad hoc.
Hormones, Emotional processing and prepartum Attachment in Pregnant women with Affective Disorders (HEAPAD)
A. Bjertrup, M.B. Jensen, M.S. Schjødt, A. Kjærbye-Thygesen, M.S. Væver, R.L. Mikkelsen, M. Moszkowicz, V.G. Frøkjær, M. Vinberg, L.V. Kessing, K.W. Miskowiak, 31st ECNP Congress – Barcelona 2018