Il Blue Monday
Il giorno più deprimente dell’anno sta per arrivare: secondo i calcoli, quest’anno cadrà il 20 Gennaio, di lunedì.
Ma volete sapere come stanno veramente le cose? Non c’è proprio niente di vero né di scientifico nel Blue Monday: si tratta di una trovata pubblicitaria…una “bufala” insomma!
Quella che segue è la vera storia del giorno più deprimente dell’anno.
A partire dal 2005, ogni anno capita puntualmente che, un lunedì tra le seconda e la terza settimana Gennaio, i media diano risalto ad una notizia, sempre la stessa: oggi è il giorno più deprimente dell’anno!
La notizia è ammantata da un alone di scientificità: c’è uno psicologo britannico, il dr. Cliff Arnall della prestigiosa università di Cardiff, che ha elaborato una formula per calcolare in quale giorno dell’anno si verificano le condizioni perché il cattivo umore raggiunga il suo picco annuale.
In pratica, c’è un metodo scientifico-matematico per sapere qual è il giorno più deprimente dell’anno, cioè il giorno in cui mediamente la gente si sentirà più infelice, triste, malinconica, avvilita, e chi più ne ha più ne metta.
La formula è basata sui seguenti elementi: il clima, il tempo trascorso dal giorno di Natale, il tempo trascorso da quando sono stati stabiliti i buoni propositi di inizio anno (notoriamente destinati ad essere ben presto disattesi), la capacità di fronteggiare le spese e i debiti, il livello di motivazione e la propensione ad agire, più un elemento X, un ingrediente segreto che l’autore della formula non ha svelato.
Semplificando, la formula suggerisce che nei giorni in cui le condizioni metereologiche sono sfavorevoli e fa buio presto, dopo che ci siamo lasciati alle spalle tutti i festeggiamenti natalizi e le buone intenzioni, allorché ci ritroviamo a fare i conti con i soldi spesi e le bollette da pagare, nel momento in cui ci sentiamo più scoraggiati e meno inclini a reagire, allora giunge per noi il giorno più deprimente dell’anno.
Abbastanza ragionevole da risultare convincente, no? E questo, infatti, spiega il successo del “Blue Monday”: succede a tutti, una settimana o due dopo la fine delle festività, magari proprio di lunedì, di svegliarsi e sentire che la vita non ci stia esattamente sorridendo.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: i media riprendono la notizia, conferendole ulteriore credibilità; gli esperti si affrettano a commentare, esprimere pareri, fornire consigli; la gente, confortata che ci sia qualcuno che conosce e capisce questi problemi tanto da saperli prevedere su base scientifica, si predispone ad adottare le contromisure suggerite dagli esperti.
E adesso, la verità sul Blue Monday.
– innanzitutto il dr. Cliff Arnall – inventore della formula – è un millantatore; infatti non è affatto un professore dell’Università di Cardiff, anzi l’Università lo ha diffidato prendendo ufficialmente le distanze da lui e dalle sue scoperte;
– inoltre, il dr. Arnall è un venditore di fumo; la sua formula non è scientificamente accettabile dal momento che non è stata rivelata per intero, e quindi non c’è modo di metterla alla prova; inoltre i parametri noti dell’equazione non hanno alcun senso dal punto di vista matematico, cioè non sono entità misurabili;
– in terzo luogo, il “Blue Monday” è stato inventato per una campagna pubblicitaria, commissionata da SKy Travel, una agenzia di viaggi britannica, con l’intento di incentivare le partenze di fine Gennaio; negli anni successivi, la medesima idea è stata rivenduta e riutilizzata da altri committenti, sempre per fini commerciali.
Tutto chiaro adesso?
Si tratta di una ingegnosa speculazione. E deve essere andata così.
Una agenzia di viaggi ha il problema di sollevare le vendite nel periodo post-natalizio.
Con l’aiuto degli esperti di Marketing studiano bene la questione, e a qualcuno viene in mente un’idea geniale.
Il motto della campagna sarà “Beat Blue Monday“, cioè combatti il lunedì della depressione.
Come? Ma è ovvio: da bravo consumatore, cioè comperando, spendendo i soldi in cambio di un sogno, di un’illusione.
Ci sarà senz’altro un giorno di Gennaio in cui il potenziale cliente si appresterà ad affrontare una settimana lavorativa, sentendo di avere esaurito tutte le risorse di tempo ed economiche, inchiodato ad una realtà grigia e piovosa, con la sola prospettiva di sei mesi di lavoro prima della prossima vacanza.
Questa è la vita.
Ma basta uno psicologo compiacente, una formula pseudo-scientifica, et voilà, si può ribaltare la prospettiva: non è la vita, è una malattia che si chiama depressione, e non bisogna limitarsi ad accettarla, ma reagire.
Seguire il consiglio dell’esperto che ti capisce e ti suggerisce di comprare una vacanza.
E poi? Poi l’anno seguente si può riproporre lo stesso slogan per vendere qualcos’altro, e perché no, visto che il trucco funziona?
In conclusione, il nostro suggerimento per combattere il Blue Monday nel 2019 è di fare un buon proposito: non permettere a nessuno di approfittare delle nostre umane debolezze.