La misofonia, letteralmente “odio per il suono”, è una complessa sindrome neurofisiologica e comportamentale caratterizzata da un’elevata risposta fisiologica e un’elevata reattività emotiva risultante dall’intolleranza a specifici stimoli uditivi.
La misofonia è stata descritta originariamente da Jastreboff & Jastreboff (2001) che hanno coniato il termine mentre lavoravano all’iperacusia.
Questi notarono che alcuni pazienti con iperacusia reagivano con avversione a suoni con pattern specifici indipendentemente dal livello di decibel e indipendentemente dalle caratteristiche fisiche dei suoni.
Inoltre notarono che, a differenza dell’iperacusia, i trigger misofonici erano variabili da persona a persona e legati a contesti ambientali.
Di conseguenza, ipotizzarono che queste risposte fossero sviluppate e mantenute, in parte, da meccanismi di apprendimento associativo attivati in particolari contesti.
Alcuni esempi di suoni a cui rispondono i soggetti misofonici sono i borbottii, i rumori provenienti da altre persone che masticano, schiariscono la gola, si lamentano, tamburellano le dita, muovono i piedi, clicclano sulla tastiera o con la penna.
Le risposte emotive che ne scaturiscono includono frequentemente irritazione, rabbia, ansia, disgusto, evitamento, comportamento di fuga e sensazione di essere sopraffatto e / o sovraccaricato da stimoli uditivi.
Come notato nella letteratura nascente, questa sindrome recentemente definita può, per alcuni individui, portare a gravi menomazioni nel funzionamento quotidiano (ad esempio, sul piano professionale e interpersonale) e può contribuire allo sviluppo di problemi di tipo comportamentale.
La misofonia non è stata formalmente riconosciuta come un particolare tipo di disturbo neurologico, audiologico o psichiatrico.
La sovra-responsività agli stimoli uditivi è una caratteristica osservata in un’ampia gamma di disturbi neurologici, uditivi, medici e psichiatrici come l’acufene, l’iperacusia, l’emicrania, il disturbo dello spettro autistico, la sindrome di Tourette, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo da stress post-traumatico, il disturbo borderline di personalità, il disturbo bipolare e la schizofrenia.
La natura precisa della relazione tra misofonia e questi disturbi è ad oggi sconosciuta.
Effettivamente, sembrerebbe necessaria una ricerca più rigorosa per chiarire se la misofonia sia una costellazione unica di sintomi o una sindrome transdiagnostica co-occorrente riscontrata in altri disturbi.
Il trattamento
Ad oggi il trattamento utilizzando è un’associazione di terapia cognitivo-comportamentale e terapia del suono o TRT (Tinnitus Retraining Therapy) che consiste in una desensibilizzazione acustica del paziente finalizzata alla riduzione della reazione abnorme di avversione/sensibilità ai trigger misofonici.
Questo intervento tuttavia non è stato sperimentalmente testato utilizzando studi randomizzati controllati, e dunque la sua efficacia è lasciata senza prove empiriche.