In questi giorni la necessità di restare a casa e l’incertezza verso il futuro sono fattori che inducono, sia negli adulti che nei ragazzi, un generale senso di disorientamento, alimentando emozioni negative come frustrazione, nervosismo, ansia, paura, tristezza, solitudine e così via.
La scuola ha sempre rappresentato un importante elemento di “organizzazione mentale” per i ragazzi, in quanto tende a scandire le settimane in giornata con orari stabili, volti e luoghi familiari, impegni e obiettivi quotidiani; inoltre permette la partecipazione e la sperimentazione sociale tra pari.
Gli adolescenti, infatti, hanno bisogno di passare del tempo con i coetanei, sperimentandosi e separandosi gradualmente dalle figure genitoriali. In questo momento, la chiusura delle scuole ha determinato uno stravolgimento nei ritmi di vita e una forte limitazione degli spazi di aggregazione sociale.
I genitori hanno dunque il difficile compito di trovare un delicato equilibrio tra la forzatura della quarantena e il ruolo di adulti di riferimento che offrono regole e – allo stesso tempo-comprensione per i bisogni dei ragazzi.
In questi giorni vediamo i ragazzi ciondolare da una stanza all’altra passando dallo smartphone al tablet, rimandare i compiti, aprire compulsivamente il frigo, svegliarsi faticosamente per l’ora di pranzo, spesso intolleranti alla presenza degli altri familiari, oppure annoiati e demotivati.
Gli adolescenti, infatti, hanno bisogno di passare del tempo con i coetanei, sperimentandosi e separandosi gradualmente dalle figure genitoriali. In questo momento, la chiusura delle scuole ha determinato uno stravolgimento nei ritmi di vita e una forte limitazione degli spazi di aggregazione sociale.
I genitori hanno dunque il difficile compito di trovare un delicato equilibrio tra la forzatura della quarantena e il ruolo di adulti di riferimento che offrono regole e – allo stesso tempo-comprensione per i bisogni dei ragazzi.
In questi giorni vediamo i ragazzi ciondolare da una stanza all’altra passando dallo smartphone al tablet, rimandare i compiti, aprire compulsivamente il frigo, svegliarsi faticosamente per l’ora di pranzo, spesso intolleranti alla presenza degli altri familiari, oppure annoiati e demotivati.
Alcuni ragazzi cercano una disperata privacy nelle loro stanza o nel bagno, ritirandosi dalla vita domestica nel tentativo di evadere mentalmente da una situazione difficile da capire e accettare, come la clausura forzata. Altri ragazzi sono così nervosi o tristi che sembra davvero difficile per alcuni genitori l’idea di interagire, confrontarsi o fare richieste.
Il compito del genitore è quello di essere più saggio e forte dei propri figli: questo vuol dire da un lato capire e sostenere i loro bisogni evolutivi, compresi quelli di privacy o il desiderio di stare tanto tempo online con gli amici, e dall’altro di proteggere ed educare i ragazzi, creando un clima di confronto empatico ma anche stabilendo alcune norme chiare e coerenti che hanno il fine di salvaguardare la salute psicofisica e il percorso di maturazione dei ragazzi.
Ogni adolescente è diverso, e ovviamente gli accorgimenti che si possono adottare in questi giorni variano a seconda dell’età, delle caratteristiche dell’adolescente e del contesto in cui si vive.
In linea di massima possiamo affermare l’importanza del cercare una “mediazione” con i ragazzi, ascoltando i loro bisogni e allo stesso tempo organizzare la vita familiare, ridefinendo la partecipazione dei figli alla vita domestica, facendoli sentire inclusi e valorizzati, e allo stesso stabilire delle regole che li aiutino a non sentirsi ulteriormente disorientati.
Ogni adolescente è diverso, e ovviamente gli accorgimenti che si possono adottare in questi giorni variano a seconda dell’età, delle caratteristiche dell’adolescente e del contesto in cui si vive.
In linea di massima possiamo affermare l’importanza del cercare una “mediazione” con i ragazzi, ascoltando i loro bisogni e allo stesso tempo organizzare la vita familiare, ridefinendo la partecipazione dei figli alla vita domestica, facendoli sentire inclusi e valorizzati, e allo stesso stabilire delle regole che li aiutino a non sentirsi ulteriormente disorientati.
Privacy
Gli adulti dovrebbero comprendere e rispettare il desiderio di privacy e autonomia degli adolescenti, a maggior ragione in un momento in cui la condivisione forzata degli spazi può incentivare il loro senso di frustrazione.
Per questo motivo si può provare a concordare con i propri figli dei momenti della giornata in cui sono liberi di stare per conto proprio, di “rintanarsi” in camera per fare ciò che desiderano (che sia ascoltare musica o videochiamare l’amico), senza per questo permettere d’isolarsi e autoescludersi totalmente dalla vita familiare. Piuttosto, si può provare a immaginare dei momenti in cui si partecipa e si condividono con gli altri non solo con attività piacevoli, come film o giochi da tavola, ma anche utili.
Cooperazione
Un aspetto importante della vita familiare è infatti la possibilità di cooperare in casa: i ragazzi sono capaci d’imparare e di contribuire allo svolgimento di alcune mansioni di casa, ovviamente a seconda dell’età, e ciò permette anche di valorizzare le loro capacità e inclinazioni.
Organizzazione
Per quanto riguarda l’organizzazione della giornata, andrebbero stabilite delle consuetudini ispirate a quelle della vita “normale”, precedente alla quarantena, spiegando ai ragazzi l’importanza che esse hanno nel mantenerci in salute psicofisica, come ad esempio la regolazione del sonno nei giorni infrasettimanali o l’organizzazione dei pasti.
Regole
Molti ragazzi, in assenza delle lezioni scolastiche, tendono sempre più a praticare il “vamping”, ovvero quel fenomeno che vede i teenagers restare svegli tutta la notte per chattare o videochiamare con gli amici, svegliandosi conseguentemente sempre più tardi, anche dopo l’ora di pranzo. Questo comportamento, soprattutto se perpetrato durante i giorni infrasettimanali, rischia di produrre un’inversione del ritmo sonno-veglia e di influenzare negativamente lo sviluppo dei ragazzi. Si può dunque stabilire di impostare una sveglia infrasettimanale non oltre metà mattinata, spiegando ai ragazzi il valore “protettivo” di questa regola. Se serve, si può chiedere di spegnere lo smartphone di notte, ed eventualmente farselo consegnare, lasciandoli invece liberi nel weekend di fare le “ore piccole”.
Studio
Un altro aspetto importante della “quotidianità” è lo studio, che prima era regolato dal calendario scolastico. Certo, non tutti gli adolescenti amano studiare, e la situazione didattica generata dalla quarantena tende a demotivarli ulteriormente. È importante provare a sollecitarli ad applicarsi quotidianamente per non perdere l’abitudine a studiare, spiegando loro che il processo di apprendimento è qualcosa che va oltre la compilazione di esercizi dati dal professore: lo studio, infatti, mantiene la mente attiva e allenata, e consente lo sviluppo di abilità e competenze che non sono meramente curriculari, stimolando tra le altre anche l’abilità a trovare soluzioni dei piccoli e grandi problemi quotidiani che ci si trova ad affrontare.
Ascolto
Gli adolescenti sono fisiologicamente sono portati a vivere intensamente le proprie emozioni, e in questo periodo la noia, la frustrazione, la tristezza, la solitudine e l’ansia ecc potrebbero amplificarsi. Gli adulti possono offrire il loro ascolto e cercare di creare un clima di confronto e condivisione di quelle emozioni negative che in questi giorni di quarantena possono intensificarsi.
Sport
Lo sport sembra essere un valido alleato per regolare l’umore, oltre che un passatempo che si può condividere – anche con gli amici, grazie a delle app – e che ha ripercussioni positive sulla salute in generale.
Infine, va ricordato quanto siano importanti le competenze tecnologiche dei “nativi digitali”, che in questo periodo vanno valorizzate e “sfruttate”. Si deve però sempre fare attenzione ai rischi legati all’iperconnessione e alla dipendenza da smartphone. Per questo motivo vanno presi dei piccoli accorgimenti, come ad esempio quello di spegnere lo smartphone di notte, durante lo studio o i momenti di attività familiari condivise.
Infine, va ricordato quanto siano importanti le competenze tecnologiche dei “nativi digitali”, che in questo periodo vanno valorizzate e “sfruttate”. Si deve però sempre fare attenzione ai rischi legati all’iperconnessione e alla dipendenza da smartphone. Per questo motivo vanno presi dei piccoli accorgimenti, come ad esempio quello di spegnere lo smartphone di notte, durante lo studio o i momenti di attività familiari condivise.
Dott.ssa Valentina Mellone